La costituzione iridologia

Si stabilisce tramite la colorazione, stabilisce le predisposizioni verso le quali la persona è  predisposto, essa è in rapporto a organi e viscere.
Questa è la prima cosa che farò nella consulenza di Naturopatia Biointegrata; una volta stabilita la costituzione prevalente, (siamo composti da tutti gli elementi con uno in prevalenza) associata ad un elemento di medicina cinese, ovvero; terra metallo, acqua, legno, fuoco, andrò a constatare l’equilibrio o lo squilibrio di quella prevalente e delle altre. Tutto questo per mezzo di un test kinesiologico.

Cos’è l’iride?

Rappresenta la parte colorata degli occhi.Il colore deriva dal deposito di pigmento,  sostanze colorate, su una membrana base. La colorazione è spesso irregolare o uguale nei due occhi. L’iride è un diaframma che si contrae alla luce e nel meccanismo di visione e ha un ruolo importante nella messa a fuoco delle immagini. La membrana dell’iride può essere intesa come una trama di un tessuto , quindi può  essere più o meno stretta e può rappresentare depressioni, rilievi, macchie di colore, tonalità e forma diversa, soggette allo studio dell’iridologia.

 

L’iridologia è un arte e una scienza che cerca di decifrare uno dei linguaggi della natura, quello che esprimono gli occhi, più precisamente le iridi. Deve essere intesa come tecnica che mediante le alterazioni della forma e del colore descrive il nostro stato di salute.

Cenni storici

La pratica dell’iridologia sembra risalire al 1000 a.C. Ippocrate medico greco (377-460 a.C.) padre della medicina occidentale, disse “tali sono gli occhi, tale è  il corpo”
Il primo documento reale all’analisi dell’iride è del 1670 ad opera del fisico Philippus Meyens. Il padre dell’iridologia moderna è considerato il dottor Ignaz Von Peczely (1826-1911) ungherese, ignaro delle scoperte precedenti, la scoprì per caso. La leggenda racconta che all’età di 10 anni, passeggiando nella foresta si trovò a dover liberare un gufo intrappolato e per farlo dovette rompergli una zampa, quindi portò il gufo a casa per curarlo e addomesticarlo, il bambino notò con il passare del tempo, il formarsi di un segno scuro nella parte inferire inferiore dell’occhio dell’uccello. Lo incuriosì e po mise in relazione con la frattura della zampa. Per soddisfare la sua curiosità divenne crudele e ruppe l’altra zampa per verificare la sua ipotesi, puntualmente osservò la comparsa di un segno scuro nell’altro occhio.  Von Peczely rimase colpito e continuò a studiare. Più tardi ebbe a che fare con la malattia della madre, non ancora medico cominciò a curarla salvandone la vita, in quel periodo si ricordò dell’episodio relativo all’occhio del gufo e comincio a studiare gli occhi, notando sempre più  spesso le correlazioni tra i segni riflessi dell’iride e le malattie. Tutto ciò lo spinse studio della medicina.

 

Altro padre dell’iridologia è  lo svedese Neils Liljequist, il quale osservando i suoi occhi, in base alla sua esperienza di malato e curato con lungo tempo con iodio e chimino, descrisse dettagliatamente le variazioni di colore delle proprie iridi determinate dall’assunzione di tali sostanze. In Russia fu notevole l’impatto che ebbe l’iridologia, dove oggi è un opera a pieno titolo nella pratica ospedaliera e universitaria, consentendo così una verifica di tale scienza attraverso lo studio di migliaia di casi.