Questo campo di ricerca ebbe inizio nel secondo decennio del ventesimo secolo ad opera di William G. Sutherland, D.O. inizialmente egli si occupò solo delle ossa craniche e del movimento che queste presentano a livello delle suture craniche che rappresentano le connessioni tra le ossa craniche. Anomalie nel movimento delle ossa venivano indotte e successivamente corrette mediante tecniche manuali
(di manipolazione). Furono presto elaborate tecniche di trattamento volte a correggere un anomalo movimento delle ossa craniche.
Le prime fasi di esplorazione della manipolazione cranica furono portate avanti soprattutto da osteopati e chiropratici che formarono delle società con lo scopo di studiare e insegnare la tecnica cranica. Questi pionieri erano in contrasto con la comunità scientifica generale, spesso anche con i propri colleghi, riguardo a un aspetto centrale del sistema cranico, il movimento delle ossa craniche.
La disciplina dell’anatomia convenzionale insegnava che le ossa craniche sono mobili solo nei neonati, essendo solitamente saldate nell’adulto. La controversia protratta fino a tempi recenti. All’inizio degli anni ’70 il College of Ostheopathic Medicine della Michigan State University, tentò di risolvere tale contrasto invitando un gruppo di ricercatori con l’obbiettivo di produrre le prove o confutare i principi alla base delle tecniche di manipolazione. Il concetto fondamentale riguardava il movimento delle ossa craniche.
Studiando campioni freschi di ossa craniche, piuttosto che campioni conservati chimicamente, che erano stati studiati precedentemente da altri ricercatori, il gruppo della Michigan State University, dimostrò la potenzialità di movimento delle ossa craniche. La microscopia ottica elettronica dimostrarono l’esistenza, nel contesto delle suture craniche, di vasi sanguigni, fibre nervose, cosa che impedirebbe il movimento delle ossa craniche in rapporto reciproco.
Ulteriori studi condotti dal gruppo della Michigan State University utilizzando la trasmissione di onde radio tra le antenne fissate sulle superfici esposte di ossa craniche di primati adulti viventi, consentì di ottenere misure precise sulla frequenza e l’ampiezza del movimento delle ossa craniche.